Andiamo, è tempo di migrare.
Gli smart workers lasciano le metropoli
e vanno verso i borghi.
Riprendo il discorso delle autostrade digitali proposto sul magazine cartaceo Intesa Diretta, nel quale ho affrontato il tema del digital divide.
Lo faccio alla luce di un articolo uscito qualche giorno va sul quotidiano La Repubblica dal titolo “Lo smart worker lascia le metropoli, i borghi rinascono con fibra e incentivi”, che offre una visione che va oltre il superamento del digital divide, mostrando come sia possibile, in concreto, insediare nelle piccole realtà extra urbane, dai borghi in via di spopolamento ai piccoli comuni, attività produttive, professionali e artistiche basate proprio sull’utilizzo di incentivi e della banda larga.
Parlando di cambiamento, fuori dagli slogan, questo potrebbe essere un ambito nel quale la prossima amministrazione comunale (con noi di Intesa Democratica) dovrà mettersi in gioco.
lI lockdown ha sostanzialmente contribuito a trasformare definitivamente il telelavoro da una attività di nicchia a pratica diffusa e di uso comune, evidenziandone anche limiti e vantaggi.
Molte persone hanno deciso di spingersi oltre lo smart working, scegliendo proprio di cambiar vita, sfruttando quello che fino ad oggi era sembrato un tunnel da cui si poteva uscire solo col digital detox (vivere isolati per disintossicarsi dalla tecnologia in posti senza connettività), per vivere una vita migliore fuori dalle grandi metropoli e, per citare una pubblicità famosa, dal logorio della vita moderna.
Un fenomeno, a quanto pare, non solo italiano.
L’architetto Boeri parla di “delocalizzare la vita urbana per periodi più lunghi, sul modello francese.” “Stiamo lavorando, con il Politecnico di Milano, ad un progetto di vita che non sia troppo elitario, nostalgico o esistenzialista e che permetta una fortissima reciprocità con i centri urbani” . Nello studio di Boeri si porta anche l’esempio della vicina Amatrice, che punta su progetti di questo genere per recuperare i ritardi della ricostruzione.
Nell’articolo si possono trovare un’infinità di altri esempi ed iniziative intraprese da piccoli borghi e comuni.
Come sappiamo il nostro Comune è uno dei pochi, delle aree interne, che ha avuto a livello nazionale un forte incremento demografico. Credo si debba intelligentemente puntare, nel prossimo futuro, anche a questi stimoli, per essere ancora più appetibili e centrali oltre il nostro territorio.
…, tra i comuni che hanno visto un aumento percentuale maggiore negli ultimi anni c’è Pizzoli. La ricostruzione Istat della popolazione intercensuaria, infatti, individua un salto notevole tra i residenti rilevati dal 2001 al 2014, passando da 3.050 iscritti all’anagrafe a 4.251, con un aumento del 39,37%. (News Town – Marzo 2016)
Oggi siamo a quasi 5000 abitanti…
I presupposti per crescere ancora grazie ai servizi e alla qualità della vita di certo non ci mancano.
Adesso aspettiamo solo la fibra ottica, che porterà finalmente nei prossimi anni anche l’autostrada digitale.
I lavori sono già iniziati.